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venerdì 20 febbraio 2009

Adar, il mese della purità sessuale



Questo Shabbat annunciamo il mese di Adar. E' scritto nel Talmud Bavlì (Taanit 29a) che:

"...da quando entra Adar, si aumenta nella gioia.."

Lo Sfat Emet, il Rebbe di Gur, si chiede come mai il Talmud utilizzi la parola entrare: avrebbe potuto dire da quando arriva Adar o da quando viene Adar. Spiega il Maestro di Gur che bisogna intendere, da quando entra nel corpo dell'uomo. Da quando entra in noi Adar. Le mizvot vanno vissute, non basta che il calendario indichi che è Rosh Chodesh Adar: il nostro corpo e la nostra anima devono vivere l'ingresso in esse della santità del mese.

Secondo la Tradizione le 365 mizvot lo taasè,  le mizvot negative, corrispondono sia ai giorni del calendario solare che ai nervi del corpo umano (laddove le mizvot positive corrispondono alle membra del corpo).

Lo Zohar lega il giorno del 9 di Av al nervo sciatico ed al relativo divieto di cibarsene. Allo stesso modo, dice lo Sfat Emet, ogni giorno dell'anno corrisponde ad un nervo ed ad un divieto. Il Mese di Adar corrisponde allora ai nervi del Brit che rappresentano la sessualità ad ai precetti ed essa legati ed in primis la purità familiare. Ad essi si riferisce la gioia del mese entrante giacché più di ogni altro precetto sono legati al concetto stesso di gioia. Basti pensare che la definizione stessa di gioia è inserita nella benedizione del pasto degli sposi 'che la gioia è nella Sua residenza'. 

Il Mese di Adar e la festa di Purim sono come noto la summa del confronto di Israele con l'esilio e le genti. Diventano il prototipo stesso della sopravvivenza di Israele alla persecuzione fisica e spirituale. Uno dei terreni di scontro più duri, ancora oggi, è quello della cultura sessuale. La lettura della Meghillà che danno i Maesti nel Talmud e nel Midrash è centrata proprio sul conflitto culturale relativo alla sessualità tra Israele e le genti. 

La storia inizia da una festa nella quale la violenza sessuale, psicologica e fisica, di Assuero su Vashtì, scardina la coppia regale e crea le condizioni per tutto quanto accade poi. Vashtì stessa che viene punita per aver scientemente colpito la pudicizia delle ragazze ebree. L'Harem di Assuero che è il centro della vicenda. Concubine che vanno e che vengono, eunuchi, feste di dubbia moralità e via dicendo. Per non parlare della convivenza di Ester, moglie di Morechai, con Assuero. Tutta la festa di Purim ruota attorno a ciò.

Sono passati migliaia di anni ma siamo ancora lì. La battaglia spirituale dell'ebraismo per la sacralizzazione della sessualità nella gioia del rapporto coniugale in purità è quando più di distante c'è dalla cultura della promiscuità ancora oggi imperante. 

E' allora quanto mai importante, proprio in questo periodo nel quale sempre più chiari sono i limiti dei falsi modelli che ci vengono proposti, tornare alla sorgente della purità. 

E vero. Sono cose delle quali in genere non si parla. La stessa pudicizia che strenuamente difendiamo vorrebbe che queste cose restassero quanto più possibile nel santo dei santi dell'intimità coniugale. Ma c'è un principio per il quale 'è il momento di agire per il Signore, hanno trasgredito la Tua Torà'. Ci sono dei momenti nei quali si deve scegliere il male minore. Ed in questo momento il male minore è chiaramente parlare di sessualità secondo la Torà. 

Soprattuto con i ragazzi e gli adolescenti. Sono loro i più esposti a modelli estranei attraverso un bombardamento mediatico che rischia di ridurre al silenzio quei valori che forse una volta era più facile trasmettere nella quiete domestica. 

Purim con la sua gioia può essere l'occasione per riappropriarci di un modello sessuale basato sulla purezza, il rispetto, la pudicizia e la sacralità. 



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