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mercoledì 18 febbraio 2009

Le Tavole dei Cuori

וַיֹּאמֶר יְהוָה אֶל-מֹשֶׁה, עֲלֵה אֵלַי הָהָרָה--וֶהְיֵה-שָׁם; וְאֶתְּנָה לְךָ אֶת-לֻחֹת הָאֶבֶן, וְהַתּוֹרָה וְהַמִּצְוָה, אֲשֶׁר כָּתַבְתִּי, לְהוֹרֹתָם
" E disse il Signore a Moshè: 'Sali da me sul monte e sii là. E ti darò [a] le Tavole di Pietra, [b] e la Torà, [c] e la Mizvà, [d] che ho scritto [e] per insegnare loro." (Esodo XXIV,12)

Rabbì Meir Simchà HaCoen di Dvinsk, il Meshech Chochmà, propone un interessante riflessione su questo importante verso che racchiude l'intero dono della Torà - scritta e orale - criteri e dettagli. 

Già il Rashbam ha evidenziato con il termine 'che ho scritto' non può riferirsi all'insieme di quanto ricevuto da Moshè ma solo alle Tavole di Pietra che in quel momento erano l'unica cosa scritta.  Come mai allora la struttura del verso lascia intendere che la scrittura si riferisca ad ognuno degli elementi riportati?

Per rispondere a questa domanda il Meshech Chochmà chiama in causa un famosissimo passo Talmudico (TB Eruvin 100b) nel quale si dice che se non fosse stata data la Torà ad Israele avremmo potuto imparare la pudicizia dal gatto, la proibizione del furto dalla formica, la proibizione dei rapporti proibiti dalla colomba etc...

C'è dunque una scrittura che precede il Sinai. 'che ho scritto - nel libro della natura che ho creato'. Il creato tutto è opera del Signore tanto quanto la Torà. Di più, il creato è secondo il Midrash il risultato del guardare di D. nella Torà. Dunque creato e Torà sono legati inestricabilmente. La Torà è scritta nella natura prima ancora di essere data.  (vale forse la pena ricordare che solo negli ultimi anni la scienza ha scoperto che la vita nei suoi dettagli è scritta nel DNA). Ciò non è però un semplice dato da contemplare: ha delle ripercussioni nella nostra vita spirituale. 

Spiega allora il Maestro di Dvinsk che in questo senso si deve leggere quanto detto da Resh Lakish all'inizio di Berachot (TB Berachot 5a):

"Che significa quanto è scritto E ti darò etc. ?

 [a] le Tavole di Pietra - sono le dieci parlate
 [b] e la Torà - è la Torà scritta (il Pentateuco)
[c] e la Mizvà - è la Mishnà
[d] che ho scritto - sono i Profeti e gli Agiografi
[e] per insegnare loro - è la Ghemarà.

ciò insegna che sono tutti stati dati a Moshè sul Sinai."
Il Meshech Chochmà fonde questo insegnamento con un principio che si impara in TB Meghillà 19b per il quale Iddio ha mostrato a Moshè anche tutto quanto i Saggi avrebbero in futuro innovato giacché la Ghemarà,  la cui definizione stessa è 'tutto quanto uno studente esperto innoverà in futuro, è già stata data a Moshè sul Sinai.  

"e ciò si riferisce a quanto ha scritto HaShem nelle anime della collettività d'Israele, che ognuno ha ricevuto la sua parte sul Sinai e ciò è scritto sulla tavola del loro cuore, inciso nella sorgente della loro anima. " (Meshech Chochmà in loco)
Dunque l'aspetto fondamentale della rivelazione sinaitica non è tanto la scrittura delle tavole di pietra, quanto quella delle tavole dei nostri cuori che sono stati incisi della parte di Torà relativa ad ognuno di noi. Ciò che ognuno di noi capirà, innoverà ed approfondirà  attraverso il suo studio è già stato dato sul Sinai. 

Rabbì Meir Simchà HaChoen è conscio che questo punto rischia di mettere in crisi il concetto di libero arbitrio: se la mia parte di Torà è scritta già, che senso ha il mio libero arbitrio.

Egli risponde spiegando, sulla scia del Rambam (Hilchot Teshuvà cap 5), un insegnamento a lui molto caro e che torna ripetutamente nel suo commento alla Torà.  

Il fatto che Iddio sappia non impedisce il libero arbitrio. Il sapere Divino non è aggettivo come quello umano ma piuttosto sostantivo. Iddio è fuori dal tempo. Non c'è prima o dopo.  D. conosce e basta. La rivelazione del sapere Divino all'uomo ha delle ripercussioni sul libero arbitrio. Non l'essenza del sapere.

Nello schema di Resh Lakish "che ho scritto - sono i Profeti e gli Agiografi" . Ebbene nel trattato di Nedarim (22b) è scritto che se Israele non avesse peccato, non sarebbero stati dati loro altri libri oltre alla Torà ed al libro di Jeoshua. Dunque Profeti ed Agiografi non era scrivibili prima che Israele peccassero. Solo il Signore che sapeva che avrebbero peccato e la cui conoscenza non interferisce con il libero arbitrio, poteva scriverli (ma non rivelarli).  Per questo dice il Testo: che ho scritto.


La Torà è dunque scritta nei cuori d'Israele e forse questo spiega perché quantunque secondo il Talmud le Tavole di Pietra fossero cubiche, da secoli vengono rappresentate con la classica forma tondeggiante - a forma di cuore. Per ricordarci che prima che ancora nella pietra, la Torà è incisa nei nostri cuori. 

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