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domenica 1 marzo 2009

Un digiuno in memoria di un digiuno

Il giorno di Purim, il quattordici del mese di Adar, è in realtà il giorno successivo agli eventi narrati dalla Meghillà. E' il giorno che segue la battaglia, in cui 'si riposarono' - venoach bearbà asar bo. Così anche il giorno di Purim Shushan, il quindici, è il giorno in cui si riposarono a Susa, dove gli scontri continuarono anche il quattordici.

Il giorno stesso degli eventi, il tredici, è giornata dedicata al digiuno. Il digiuno di Ester. Questo digiuno è molto strano. Se mettiamo da parte il digiuno del Kippur che è stabilito dalla Torà, esistono nel calendario ebraico cinque digiuni di istituzione rabbinica. Quattro hanno a che fare con la distruzione del Tempio: il nove di Av, il digiuno di Ghedalià, quello del 17 di Tamuz ed il 10 di Tevet. Sono questi digiuni nei quali ci affliggiamo ancora oggi per la tragedia dell'esilio nel quale siamo ancora intrappolati. Digiuniamo per degli eventi negativi ancora presenti nella nostra vita.

Il digiuno di Ester non ha niente a che vedere con tutto ciò. La sua definizione halachica è taanit zecher letaanit. Un digiuno in memoria di un digiuno. Ossia un digiuno per ricordare. Per ripercorrere gli eventi ed in particolare l'impatto importantissimo della preghiera e del digiuno nel processo di redenzione.

Il digiuno di Ester è allora una parte integrante del processo che ogni anno noi affrontiamo a Purim, un processo di introspezione che ci porta nel Santo dei Santi della nostra anima specularmente a quanto avviene nei giorni di Rosh Hashanà e Kippur. E bisogna proprio pensare al Kippur - Kippurim -KePurim, al giorno che è come Purim, come abbiamo molte volte visto, per capire ciò.

Ester entra da Assuero a digiuno proprio come il Sommo Sacerdote entra nel Santissimo a digiuno.

Secondo Rabbenu Tam però il digiuno che ricordiamo non è quello dei tre giorni di Ester (che in realtà avvenne a Pesach) ma piuttosto il digiuno che fecero nel giorno della battaglia, così come fecero gli ebrei all'epoca di Moshè nella guerra contro Amalek - di cui si parlerà proprio il prossimo Shabbat.

L'idea è proprio quella che il digiuno accompagna sempre i momenti critici, anche quando il Testo non lo dice espressamente.

E' allora importante prima di dedicarci alla gioia e l'allegria di Purim fermarci in digiuno e contrizione per far sì che la nostra gioia sia poi esclusivamente gioia di mizvà.




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